Agenzia delle Entrate, quando può fare controlli sul conto senza autorizzazione: chi rischia di più

Non tutti lo sanno, ma in questi casi l’Agenzia delle Entrate può controllare il tuo conto senza autorizzazioni.

Per accedere ai dati bancari, contrariamente a quanto pensano in molti, l’Agenzia delle Entrate non ha bisogno di un’autorizzazione speciale per accedere ai dati bancari di un cittadino e questo grazie al Registro dei Rapporti Finanziari, che appartiene all’Anagrafe Tributaria.

Targa dell'Agenzia delle Entrate
Quando l’Agenzia delle Entrate può fare controlli sul tuo conto senza autorizzazioni – Cartadelrischio.it / Credits: AnsaFoto.it

Non tutti sanno che le banche e gli uffici postali, ogni anni, sono obbligati a fornire all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni relative ai conti correnti dei contribuenti. Ma cosa può controllare, e cosa no, il Fisco? E qual è il lasso di tempo controllato?

Agenzia delle Entrate, quando può controllare il conto

L’Agenzia delle Entrate utilizza un strumento, l’anonimometro per incrociare e controllare i dati dei conti, rispettando la privacy dei contribuenti. Se in questa fase, l’algoritmo in questione, rileva irregolarità, partono controlli più approfonditi. Ma cosa può controllare il Fisco? In primo luogo, può venire a conoscenza del saldo del conto e poi dei movimenti bancari, che includono bonifici, accrediti e addebiti. Inoltre, le eventuali carte di credito e/o di debito collegate allo stesso conto ma anche le carte prepagate (con e senza IBAN), comprese le PostePay.

Uomini preleva nel bancomat
In questi casi, l’Agenzia delle Entrare può controllare il tuo conto senza autorizzazioni – Cartadelrischio.it

Il controllo arriva però anche agli investimenti, principalmente titoli e fondi comuni e il Fisco può venire a conoscenza dell’esistenza o meno di cassette di sicurezza, anche se non del contenuto all’interno. L’Agenzia delle Entrate può controllare i movimenti sino a 5 anni prima da una dichiarazione se ritiene che ci siano irregolarità, mentre, in caso di mancata dichiarazione, sino a 7 anni.

Un altro errore che commettono in molti è credere che il Fisco non possa controllare eventuali conti esteri. Anche se l’Anagrafe Tributaria contiene informazioni relative ai conti in Italia, grazie alle convenzioni internazionali, come gli accordi del Common Reporting Standard (CRS) che permette lo scambio di informazioni bancarie tra Paesi.

Se il Fisco rileva movimenti non giustificati su un conto, questi vengono considerati sospetti. In questo scatto spetta al contribuente fornire le prove documentali che giustifichino tali movimenti. Bisognerà in questo caso dimostrare che non si tratta imponibili, come redditi già tassati alla fonte (come le vincite da giochi), i redditi esenti (come risarcimenti o donazioni) e operazioni non imponibili (come rimborso di un prestito). In caso di presunte anomalie, il Fisco può estendere le indagini anche ai conti correnti intestati ai familiari, ai soci o agli amministratore che hanno, in qualche modo, legami con il contribuente.

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